Si può tranquillamente affermare che la Caldaia a gas è il grande classico del riscaldamento domestico a metano: grazie ad essa, infatti, è possibile convertire la combustione della materia prima in riscaldamento e acqua calda. Tuttavia, si tratta di un impianto soggetto ad alcuni limiti, soprattutto dal punto di vista dei consumi Dal punto di vista strutturale, la caldaia a gas prevede un meccanismo che attinge al gas proveniente dalla rete di distribuzione per poi bruciarlo: questa combustione permette il riscaldamento dell’acqua che transita in due circuiti, uno idraulico e uno per il riscaldamento. L’acqua così riscaldata viene poi immessa nelle tubazioni domestiche, mentre il gas bruciato libera i suoi fumi attraverso una canna fumaria. Normalmente è previsto anche un tiraggio forzato, cioè un ventilatore interno alla canna che spinge i fumi verso l’alto (normalmente, tre-quattro metri sopra lo scarico). Il cuore del funzionamento della caldaia a gas è una scheda che contribuisce alla regolazione dell’apparecchio: la scheda è un dispositivo elettronico che controlla i comandi e a cui sono collegati gli attuatori e le altre componenti elettroniche. Per quanto riguarda la combustione, questa avviene in un’apposita camera in cui viene convogliato il gas proveniente dalla rete e che viene bruciato tramite scintilla proveniente dalla candela di accensione.
Caldaia a gas
La camera di combustione della Caldaia a gas (rivestita con materiali che resistono anche a 800 gradi) contiene anche ossigeno, indispensabile per gestire la fiamma e contenerla Il sistema di riscaldamento primario e secondario Il calore prodotto viene convogliato dallo scambiatore e diviso dai fumi, che vengono erogati verso l’eiettore (la canna fumaria). Lo scambiatore divide il calore nei due circuiti, quello destinato al riscaldamento (dei termosifoni o di altro impianto installato nell’abitazione) e per l’acqua sanitaria. Si ha così uno scambiatore primario che contiene acqua da riscaldare per immetterla in circuito; lo scambiatore secondario, invece, gestisce l’acqua in flusso permettendone il riscaldamento prima che venga convogliata verso le utenze più diverse (rubinetti, sanitari, docce e così via). In particolare, il meccanismo di funzionamento dello scambiatore secondario è leggermente più complesso, perché comporta l’installazione di un circuito al cui interno far passare l’acqua da riscaldare: la richiesta di acqua calda viene avviata da un sistema di circolatori collegati ai rubinetti. Da questo momento la scheda attiva la sequenza di accensione che attinge al flusso di acqua corrente e direziona parte della fiamma (con l’apertura della valvola gas) fino al raggiungimento della temperatura richiesta. Ovviamente, nel momento in cui si chiude il rubinetto si interrompe il funzionamento e la caldaia smette di consumare gas, lasciando spegnere la fiamma.
Caldaia a gas
Trattandosi di un impianto in uso da molti anni, la Caldaia a gas può vantare sia una certa affidabilità sia dei costi di gestione particolarmente elevati se confrontati con impianti di più recente introduzione. Venendo ai costi di installazione, normalmente una caldaia a gas può oscillare, in base al modello, tra i 500 e i 2.000 euro, contro gli oltre 4.000 di media per le caldaie a condensazione. Il minore costo di acquisto, tuttavia, viene scompensato dai maggiori consumi della caldaia tradizionale, che può contribuire al consumo di gas con un ulteriore 30% rispetto al modello a condensazione. Più contenuti anche i costi di manutenzione rispetto ai modelli più innovativi, che raramente superano i 300 euro. Il vero punto dolente quando si parla di caldaia a gas è, però, quello dei consumi.
Link Utili:
Una definizione dell’argomento Assistenza Caldaie Hermann Saunier Duval data dalla famosa enciclopedia on line. (Wikipedia)